Considerato che non sono una “buona forchetta” e che non mi è mai piaciuto straviziare in nulla, dopo aver consultato centinaia di siti web e aver letto diversi libri, sono giunto alla conclusione che buona parte dei miei problemi li aveva procurati lo stress.

Per parecchio tempo avevo infatti dormito poco e male, subissato da preoccupazioni e dal mobbing subìto in Ufficio per circa 10 anni; a questo è da aggiungere la scarsa attività fisica praticata negli ultimi anni a causa di impegni di lavoro, i 3-4 caffè bevuti ogni giorno per “rimanere lucido”, l’essere costretto – a causa degli impegni – ad avere poco tempo per curare attività rilassanti.

Tempo addietro un mio amico medico, venuto a conoscenza che da alcuni anni dormivo molto poco, mi disse di riguardarmi perché “il cuore presenta il conto all’improvviso”.

E questo è stato!

Ora era importante cercare di capire come lo stress riuscisse a rovinare le coronarie.
La medicina ufficiale, infatti, nulla dice in merito e la spiegazione può essere ricercata solo consultando gli studi dei “medici alternativi”, di coloro che non si lasciano influenzare dai protocolli di cura pianificati dalle multinazionali farmaceutiche.

Navigando in internet approdai ad uno dei siti del Dott. Rath, discepolo del premio Nobel Linus Pauling: una vera autorità in materia.
Secondo questo illustre studioso lo stress fisico e psicologico cronico è in grado di aumentare il rischio di malattia cardiovascolare.

Il corpo, sottoposto a stress fisico o emotivo, produce elevate quantità di ormone dello stress, l’adrenalina. Per ogni molecola di adrenalina prodotta il corpo necessita di una molecola di vitamina C come catalizzatore.
Queste molecole di vitamina C vengono distrutte in queste reazioni. Perciò lo stress fisico o emotivo a lungo termine può portare a una grave deplezione delle riserve corporee di vitamina C.

Se questa vitamina non viene reintegrata con la dieta, il sistema cardiovascolare si indebolisce e si assiste allo sviluppo dell’arterosclerosi.

Questi dati spiegano perché i coniugi muoiono spesso a distanza ravvicinata l’una dall’altro. La perdita di un compagno provoca uno stress emotivo a lungo termine e un rapido impoverimento vitaminico nel corpo, aumentando così il rischio di attacco cardiaco.

Deve essere chiaro che non è lo stress emotivo in sé a causare l’attacco cardiaco, ma la sua conseguenza biochimica: la deplezione delle riserve vitaminiche dell’organismo.

Il Dr. Rath, infatti, raccomanda di cercate di trovare il tempo per rilassarsi e di integrare la dieta giornaliera con vitamine, minerali, e altre sostanze nutritive essenziali naturali.

Considerato che con molta probabilità il mio infarto, secondo i medici che avevo consultato, poteva essere stato causato da una infiammazione delle arterie coronariche, se fosse stato vero che lo stress continuo di 10 anni poteva aver causato nel mio organismo una grossa carenza di Vitamina C, di Lisina e Prolina, sostanze fondamentali per la generazione del tessuto connettivo delle pareti arteriose, potevo dire di aver fatto un notevole passo in avanti nella ricerca delle cause dei miei malanni.

Fonte:
Libro: Come sono riuscito a guarire il cuore dopo un infarto e tornare a vivere una vita perfettamente normale

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