L’omocisteina è un’analisi che, (chissà perchè!), i medici non prescrivono.
Eppure è un marker fondamentale per vedere se una persona è a rischio di infarto o meno.
L’omocisteina  è un aminoacido e quando è in eccesso, danneggia le pareti dei vasi sanguigni, soprattutto le arterie.

Il brano che segue è tratto dal mio libro: “Come sono riuscito a guarire il cuore e tornare a vivere una vita perfettamente normale”

”Molti studi hanno accertato che un alto livello di OMOCISTEINA nel sangue è associato alla arteriosclerosi.

Il tasso di OMOCISTEINA è inversamente proporzionale al tasso ematico di ACIDO FOLICO.

L’OMOCISTEINA è un aminoacido solforato ed è un intermediario nel metabolismo della metionina e della cisteina.

Il livello ematico di OMOCISTEINA di 10micromol/L o meno è desiderabile, di 12 micromol/L è borderline, un livello di 15 micromol/L è considerato a rischio cardiovascolare.

Un aumento di 4 micromol/L sopra la norma corrisponde ad un aumento del rischio cardiovascolare del 41%.

Una metanalisi di 27 studi ha calcolato che per ogni aumento di 5 mmol/L aumenta il rischio di malattia coronarica del 60% nell’uomo, dell’80% nella donna, questo incremento corrisponde ad un aumento di colesterolo di 20 mg.

Uno studio recente su 1000 soggetti del Framingham Heart Study ha mostrato che più elevati sono i livelli di omocisteina maggiore è il grado di stenosi carotidee. (Selhub e coll. New England Journal of Medicine 332:286-291.-1995)

Attualmente si pensa che il 10-20% delle coronaropatie sia imputabile all’OMOCISTEINA e che 50000 morti da coronaropatie per anno negli USA potrebbero essere evitate da un supplemento di ACIDO FOLICO.

L’OMOCISTEINA provoca arteriosclerosi sia incrementando lo stress ossidativo (ossidando le LDL) sia provocando disfunzione endoteliale sia provocando iper-aggregazione delle piastrine.

In molti studi la somministrazione di ACIDO FOLICO ha ridotto il livello di OMOCISTEINA e migliorato la disfunzione endoteliale.

In uno studio Olandese eseguito presso l’Università di Vrije la somministrazione di ACIDO FOLICO a 5 mg al giorno + Vit B6 250 mg al giorno in 158 coronaropatici seguiti per 2 anni ha dimostrato un miglioramento del 60% nei test da sforzo dei soggetti tratttati (Vermeulen et all. The Lancet, vol 355 febbraio 12 2000 pp 517-22).

Uno studio dell’Università di Washington del 1997 ha studiato 465 soggetti. gli individui con il più alto tasso di OMOCISTEINA hanno avuto un aumento del rischio di infarto di 2,3 volte rispetto a quelli con il tasso più basso (Chasan e col. J Am Coll.Nutrition 1996 April 15-136-1439).

Uno studio Canadese del 1996 ha studiato la relazione tra ACIDO FOLICO e infarto in 5000 soggetti.

Il gruppo con il tasso più basso di ACIDO FOLICO presentava un aumento del rischio di infarto del 69% (Morrison H I e coll. JAMA1996 Jun 275-24, 1893-69).

Un recente articolo riferisce sulla diminuita frequenza di infarti e ristenosi coronarica dopo ANGIOPLASTICA in 553 soggetti trattati con questa terapia vitaminica giornaliera (1mg di acido folico + 400mcg di vit B12 +10 MG DI VITAMINA B6). Gli autori hanno osservato dopo un anno di terapia vitaminica riduzione della mortalità, dell’occorrenza di infarti e di ristenosi (Guido Scnyder JAMA 2002;288:973-979).

Uno studio multicentrico Europeo recente su 1550 persone ha concluso che un supplemento di B6-B12-ACIDO FOLICO riduce rischio di cardiopatie di 2/3 (Meleady R. e coll. Irish-Journal of Medical Science 164-1995).

Da numerosi studi emerge una nuova acquisizione: una dieta per lo più vegetariana povera di metionina e ricca di vit b6 e acido folico e un supplemento giornaliero di 400 mcg di acido folico e complesso b possono ridurre il rischio di arteriosclerosi, ictus e infarto”.

(Fonte: www.dietaweb.it)

Secondo il parere della Dott.ssa Michaela DÖLL, Autrice del libro “Infiammazioni. I killer nascosti” Ed. Macro edizioni, “un’assunzione sufficiente e soprattutto regolare di vitamine del complesso B fa sì che il tasso di omocisteina non possa aumentare troppo”.

 

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