Articolo del Dott. Davide Terranova. Fonte: Facebook

“La resistenza insulinica, comunemente associata al diabete di tipo 2, rappresenta una condizione in cui le cellule dell’organismo non rispondono in modo efficiente all’insulina, l’ormone prodotto dal pancreas che regola i livelli di glucosio nel sangue. Al di là delle implicazioni metaboliche, sempre più studi suggeriscono che la resistenza insulinica ha un profondo legame con l’aumento del rischio cardiovascolare. Questo legame rappresenta un importante focus per la ricerca clinica e la prevenzione delle malattie cardiache.

Meccanismo molecolare della resistenza insulinica 🔬
L’insulina interagisce con i suoi recettori sulla superficie delle cellule per innescare una cascata di segnalazioni intracellulari. Nel contesto della resistenza insulinica, questo meccanismo viene compromesso, portando a un’inefficiente assorbimento del glucosio e ad alterazioni metaboliche. In particolare, l’incapacità delle cellule muscolari e adipose di assorbire adeguatamente il glucosio dal sangue porta a livelli elevati di glucosio e insulina circolanti.
Implicazioni cardiovascolari ❤️
Elevate concentrazioni di glucosio e insulina nel sangue sono associate a una serie di alterazioni fisiologiche e molecolari che contribuiscono al rischio cardiovascolare:
1. Disfunzione endoteliale: La resistenza insulinica può compromettere la funzione dell’endotelio, limitando la sua capacità di dilatazione e predisponendo alla formazione di placche aterosclerotiche.
2. Stato proinfiammatorio: La resistenza insulinica è associata a un aumento dei marcatori infiammatori, come la proteina C-reattiva, che sono noti per promuovere l’aterosclerosi.
3. Dislipidemia: Spesso, la resistenza insulinica coesiste con un profilo lipidico sfavorevole, caratterizzato da elevati livelli di trigliceridi, bassi livelli di HDL e un aumento delle LDL.
4. Ipertensione: La resistenza insulinica può influenzare la funzione dei vasi sanguigni e la regolazione del volume sanguigno, portando a un aumento della pressione arteriosa.
La valutazione della resistenza insulinica è cruciale nella diagnosi e nel monitoraggio di molte condizioni metaboliche, come la sindrome metabolica e il diabete di tipo 2. Esistono diversi parametri ematochimici e modelli matematici utilizzati in questo contesto:
1. Concentrazione di Insulina a digiuno
2. Glicemia a digiuno
3. Test di tolleranza orale al glucosio (OGTT)
4. Indice HOMA-IR (Homeostasis Model Assessment of Insulin Resistance)
5. Indice QUICKI (Quantitative Insulin Sensitivity Check Index)
6. Concentrazioni di acidi grassi liberi
7. Proteina C-reattiva (PCR)
Come si cura 💊
Premesso che ogni valutazione deve essere fatta da un professionista, prima di qualsiasi farmaco, consiglio:
a. Dieta: Una dieta equilibrata, povera di zuccheri semplici e ricca di fibre, proteine e grassi sani, può migliorare la sensibilità all’insulina. La dieta mediterranea, ad esempio, è stata mostrata per avere benefici in questo contesto.
b. Esercizio fisico: L’attività fisica regolare, sia aerobica che di resistenza, migliora la sensibilità all’insulina, riducendo la necessità di insulina per metabolizzare il glucosio.
c. Perdita di peso: Per le persone in sovrappeso o obese, anche una perdita di peso modesta (5-10% del peso corporeo iniziale) può avere un impatto significativo sulla resistenza insulinica.
d. Smettere di fumare: Il fumo è associato a una maggiore resistenza all’insulina. Smettere di fumare può quindi contribuire a migliorare la sensibilità all’insulina.
Inoltre alcuni integratori possono essere d’aiuto:
Cromo: Questo oligoelemento è essenziale per il metabolismo dei carboidrati e dei lipidi. Alcuni studi suggeriscono che gli integratori di cromo possono migliorare la sensibilità all’insulina, ma i risultati sono misti e sono necessarie ulteriori ricerche.
Acido alfa-lipoico: È un antiossidante che potrebbe aiutare a migliorare la funzione dell’insulina e ridurre i sintomi della neuropatia diabetica.
Berberina: È un composto presente in diverse piante e ha dimostrato di avere effetti antidiabetici simili alla metformina in alcuni studi.
Cannella: Alcuni studi suggeriscono che la cannella può migliorare la sensibilità all’insulina, ma i risultati sono variabili.
Magnesio: Una carenza di magnesio può essere associata alla resistenza insulinica. Gli integratori di magnesio possono quindi aiutare, soprattutto in coloro che hanno una carenza.
Omega-3: Gli acidi grassi omega-3, possono migliorare la sensibilità all’insulina in alcune persone, specialmente quelle con alti trigliceridi.
Polifenoli del tè verde: Alcune ricerche indicano che i polifenoli del tè verde possono aiutare a migliorare la funzione dell’insulina e ridurre il rischio di diabete di tipo 2.
Fenugreek (fieno greco): I semi di fenugreek sono stati utilizzati in alcune tradizioni per il trattamento del diabete e potrebbero aiutare a migliorare la sensibilità all’insulina.”
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